La temperatura, nella stanza dove era riunita la famiglia, era calata di parecchi gradi, mentre L’altrozio, dondolando su un paio di decollete paillettate tacco 12 che mettevano in risalto i suoi polpacci muscolosi, si andava a sedere vicino a NonnaNenna.
Sguardi obliqui, sussurri e risatine, lo avevano seguito come un’hola da stadio per tutto il breve tragitto, prendendo immediatamente il posto, una volta che lui era passato, dei larghi sorrisi e dei saluti un tantino troppo gioviali con cui l’intera tavolata aveva accolto il suo ingresso.
“Accomodati!” l’aveva apostrofato Cheddonna, schioccandogli due baci virtuali, per non rovinare il trucco di entrambi.
“Ti trovo in forma! Questo colore ti sta d’incanto!”le aveva fatto eco Cheddolce, che trovava il fucsia irrimediabilmente out.
“Buongiorno signora…ehm signor L’altrozio” aveva balbettato il dottor Dante, visibilmente imbarazzato. La signora Berenice, alla sua destra, gli aveva tirato un calcio sotto il tavolo, fulminandolo con lo sguardo, e rivolgendo un sorriso civettuolo a L’altrozio, che aveva ricambiato soffiandole un bacio sul palmo della mano.
“Ehi, ciao, fratello…Quanto tempo!” l’avevano salutato Miomarito e Unozio, senza riuscire ad alzare gli occhi rispettivamente dal pavimento e da un punto imprecisato alle spalle di L’altrozio.