In quel periodo dell’anno, col Natale alle porte, il N.O.N.N.A.* era particolarmente attivo, e le occasioni di incontro non mancavano di certo.
Mentre Cheddonna, esausta, si trascinava da un impegno pre-natalizio all’altro, col sorriso prestampato sulle labbra e la segreta speranza che arrivasse al più presto il sette gennaio, NonnaNenna e le sue amiche saltabeccavano da una cena degli auguri a un concerto di canti gospel con panettone e brindisi finale, da un mercatino di beneficenza a una tombolata con ricchi premi e cotillons, con una disinvoltura tale da far invidia a delle sedicenni in libera uscita.
Quella sera, con la Zaira al volante, NonnaNenna, l’Elvezia e l’Armida si erano recate all’ennesima cena di beneficenza.
“Ol iu chen it for Africa”= offerta 20 €, aveva letto NonnaNenna sul manifesto all’ingresso, aggiustandosi gli occhiali multifocali sul naso.
-Ah, si può mangiare tutto quel che si vuole, come all’ “eppi auar”!- avevano esclamato in coro le sue commensali, entusiaste, e l’Elvezia, facendosi largo tra la folla col suo deambulatore, si era immediatamente messa in fila al buffet degli antipasti, seguita dalle altre.
-Mah…- aveva esclamato tra sé e sé NonnaNenna.
Sul lunghissimo tavolo addobbato con candele, ghirlande e foto di bambini africani scheletriti, c’era ogni bendidio, e le nonnine, improvvisamente dimentiche di acciacchi e problemi di deambulazione, erano tornate più volte a rifornire i loro piatti ormai vuoti, sinceramente entusiaste dell’idea che avevano avuto gli organizzatori.
-Proprio una cena coi fiocchi! Il sushi, poi, è delizioso!- aveva esclamato l’Armida, ingurgitando una dei dieci nigiri che stavano in equilibrio precario sul suo piatto.
-Già, tutto buonissimo, e poi per niente caro!- le avevano fatto eco L’Elvezia e la Zaira, con vigorosi movimenti del capo, in sincrono perfetto con quelli delle mandibole.
NonnaNenna si era servita una sola volta e aveva ancora il piatto mezzo pieno; pensare a quei bambini dal volto trasparente e dal sorriso stanco le aveva fatto passare completamente l’appetito.
-Su, su,-l’aveva rimproverata l’Elvezia, in tono materno;- finisci il tuo piatto, non pensi ai bambini che muoiono di fame?-
*Nuova Organizzazione Nonne + o -Novantenni Ardite
Bell’articolo!!! Bravissima!