La cronica carenza di aule nel liceo de IlPrincipe aveva determinato la necessità, da parte degli insegnanti, di ottimizzare gli spazi, e così, da qualche tempo, i colloqui con i genitori si svolgevano contemporaneamente in un’unica stanza.
-Alla faccia della privacy!-pensava Cheddonna, facendosi faticosamente largo tra i banchi collocati a casaccio, per raggiungere la professoressa di disegno.
Sedutasi finalmente davanti all’insegnante, Cheddonna l’aveva ascoltata per un po’, cercando di ignorare il brusio di sottofondo dell’aula, poi, avendo realizzato che, almeno per quella materia, non c’era nulla di cui preoccuparsi, aveva cominciato pian piano a staccare i contatti e si era messa quasi involontariamente ad ascoltare la conversazione che stava avvenendo due sedie più in là tra un padre che non aveva mai visto e un insegnante di inglese.
-L’ho fatta chiamare perché sua figlia l’ha fatto di nuovo,-stava dicendo il professore,-è entrata in ritardo di dieci minuti pur sapendo che doveva essere interrogata, ed è già la terza volta, questo mese.-
Il padre, con le braccia conserte, lo guardava accigliato, in silenzio. Cheddonna non aveva potuto fare a meno di tendere ancor di più l’orecchio, per non perdere una sola battuta di quel dialogo che si preannunciava piuttosto interessante.
-E non è tutto,-aveva continuato il professore, mentre il padre lo fissava, sempre più scuro in volto,-guardi, guardi lei stesso: qui ci sono ben cinque giustificazioni non firmate!- e, così dicendo, gli aveva mostrato un libretto dall’aspetto piuttosto vissuto.
Cheddonna aveva guardato prima l’uno e poi l’altro, lieta di non trovarsi nei panni del genitore che le sedeva accanto, il quale, inforcando gli occhiali da lettura, aveva esaminato il libretto con attenzione, girandolo e rigirandolo tra le mani, poi, estratta una penna dalla tasca della giacca, si era tranquillamente messo a firmare le giustificazioni arretrate, sotto lo sguardo attonito dell’insegnante.
-E lei mi ha fatto chiamare per questo?-gli aveva chiesto, senza alzare lo sguardo dal libretto. -Ecco fatto, anzi, già che ci sono gliene firmo anche qualcun’altra, così siamo a posto per le prossime volte. Bastava dirlo, no?-e, congedandosi in fretta, era uscito dall’aula, lasciando il professore, e perfino Cheddonna, senza parole.
Ahahah raccontata 30 anni fa era una barzelletta stupenda… ?
Già…ora come ora, a volte, è la realtà stessa a somigliare a una barzelletta, ahimé…