Quando per lavoro vendi le rose ai semafori i giorni sono tutti uguali. Ci sono, sì, quelli in cui la gente va un po’ meno di fretta, e ha più voglia di comprare una rosa, o quelli in cui il traffico è così lento che il rosso sembra durare di più, ma in fondo si somigliano tutti, visti dal marciapiede vicino all’incrocio. Eppure per Krishna il lunedì e il mercoledì erano diversi da tutti gli altri, perchè sapeva che lei sarebbe passata di lì.
Cheddonna passava sempre davanti a quell’incrocio, quando accompagnava IlPrincipe a giocare a tennis, e quell’omino piccolo e scuro, dal sorriso simpatico, era diventato una presenza fissa per lei, che a volte gli dava qualche spicciolo, o scambiava due chiacchiere con lui, se il semaforo era rosso.
Allora lui le regalava una rosa, una di quelle che quando le togli dalla plastica si afflosciano sullo stelo, o perdono tutti i petali, una rosa da semaforo rosso, insomma.
Cheddonna lo ringraziava, un po’ in imbarazzo, e mentre la guardava allontanarsi in mezzo al traffico, lui sognava che un giorno avrebbe trovato un lavoro vero e le avrebbe regalato una di quelle rose a gambo lungo, che sembrano di velluto, una rosa bella come lei.
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proprio bello…
Grazie, è uno dei miei preferiti, anche se è di qualche anno fa.
L’ha ribloggato su Il mondo di Cheddonna.