Come ogni anno qualcuno gliela aveva regalata, con un sorriso e un augurio avvolti nel cellophane. Come ogni anno aveva ringraziato e sorriso, divertita dalla sua forma bizzarra e vaporosa, dal suo color evidenziatore, e aveva pensato che era un peccato avesse quell’odore così stonato.
Come ogni anno aveva cercato un vaso che ne esaltasse la forma e l’aveva posto in bella vista, sul tavolo.
E, come ogni anno, la mattina dopo l’aveva trovata indurita e spenta, come una lampadina bruciata:lo spettro di un fiore.
Nel gettarla via Cheddonna pensava che la mimosa era uno scherzo di carnevale in ritardo, o un pesce d’aprile anticipato…un imbroglio, insomma, come quell’otto marzo che, per fortuna, anche per quell’anno era passato.
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Correlati
L’ha ribloggato su Il mondo di Cheddonnae ha commentato:
Scritto cinque anni fa, oggi. E voi, avete già gettato nel cestino la mimosa?
Sono d’accordo! E quella del carnevale in ritardo o pesce in anticipo secondo me è azzeccatissima 🙂 Di nuovo auguri, comunque: non per la festa delle donne.
Grazie, Maddalena! Mi fanno davvero piacere sia i tuoi auguri che i tuoi commenti. Buona serata?